L’orologio da taschino

Tempo stimato di lettura: 1 minuto e mezzo.

***

Un panciotto.

Indossava un panciotto.

Non perché gli piacesse, perché era utile, eh sì, un tempo il panciotto era una necessità, non un vezzo di stile.

Il panciotto era indispensabile per poterlo indossare, per poterlo avere sempre con sé: l’orologio da taschino.

Un gesto gentile, elegante, una catena luccicante che pende dal taschino che lo conserva.

Guardare l’ora da un orologio da taschino ha un sapore diverso, antico, raffinato: mite.

La pace, questo provava quando sentiva il ticchettio del tempo battergli vicino al petto, non aveva l’ora sempre a portata di mano, anzi, di polso; per conoscerla doveva, sfilarlo dalla tasca del panciotto, girarlo tra le dita e osservarlo.

Non dipendeva dal tempo, il tempo non era fondamentale per lui, il tempo era un compagno, un amico fedele.

Non significa che non dovesse vivere seguendo le consuete otto ore di lavoro e otto di sonno che regolavano le sue giornate, significa solo che il tempo gli era amico.

Lui lo viveva così.

Lui era un uomo semplice.

Amava il tempo.

Lo misurava.

Lo aggiustava.

Ne era il custode: un orologiaio.

Ma lui si sentiva solo un uomo.

Un uomo che indossava il panciotto ed un orologio da taschino.

Le donne della via, in lui, vedevano altro: un gentiluomo.

Dopo che partì lo giurarono tutte: non se ne videro più, nella via non si trasferì più un uomo così: un gentiluomo.

I gentiluomini, così come gli orologi da taschino, oggigiorno, ammettiamolo: son rari.

Il giostraio ti propone un brano da ascoltare dopo la lettura.

Vasco Rossi – L’uomo più semplice:

2 commenti su “L’orologio da taschino

  1. Michele L'Erario

    Sì, oggi i gentiluomini come l’orologio da taschino sono rari, personalmente non ho mai visto un uomo indossare il panciotto col suo orologio da taschino con catenina.
    Mi chiedo che sapore avrà il tempo per chi lo misura con questo orologio.
    Il sapore sarà diverso, perché la percezione del tempo è diversa.
    La stessa vita sarà diversa: tutto più soft, il tempo si lascia gustare fino in fondo con la piacevolezza di trascorrerlo bene.
    Quel ticchettio che all’unisono si fonde col battito del cuore, dolcemente si accompagna ai momenti della giornata: la passeggiata, la lettura, l’arrivo dell’ora per la cena, e poi un attimo di televisione sul divano.
    Immagino tutto questo per chi misura il tempo con questo orologio.
    Una vita di chi ha dato molto e adesso merita tutta la tranquillità per meglio godere le cose belle.
    Che pace!
    Niente fretta, rincorrere il tempo è solo un vecchio ricordo, già con la sveglia del mattino si era in ritardo.
    Avere tempo di leggere, osservare poi il tramonto, che goduria!
    Spero di avere pure io tutto questo, quando le mie gambe non avranno la forza di correre.
    Certo per chi fa l’orologiaio il tempo, come dici tu, è un suo amico, si lascia misurare, una misurazione fatta di ticchettii che scandiscono il suo passare.
    Prendi l’orologio e leggi che ora è, semplice, ci sono pure quelli che ti pronunciano l’ora esatta.
    È tutto un mondo, quello degli orologi, diversi, di ogni tipo, e per ogni circostanza.
    Per il loro funzionamento c’è un universo dietro, fatto di ingranaggi, anche per quelli digitali, non lo so, non credo, ma per quelli classici, ci sono.
    L’orologiaio si cala in questo universo per far funzionare bene ogni orologio che finisce tra le sue mani.
    “Adesso vengo a me”, io non amo portare orologi da polso, figuriamoci se mi fosse venuta l’idea di uno da taschino!
    Di tutti quelli ricevuti come regalo, sono lì nella custodia, fermi da un pezzo.
    Ricordo di un orologio che funzionava a battito del cuore, non occorreva dare la corda, e niente batterie, un orologio da polso, ovviamente, ti dirò, lo giravi dalla parte opposta al quadrante, quella a contatto diretto con il polso, e vedevi tutti gli ingranaggi, quello più piccolo a quello più grande, tutto lì a far funzionare questo orologio.
    Il problema è che questo orologio non funzionava bene, si perdeva rispetto al tempo, rimaneva indietro, capisci allora che era difficile avere l’ora giusta sempre, rimaneva indietro!!
    Non capivo se era una questione propria dell’orologio, o mia, ossia, i miei battiti troppo lenti a farlo funzionare bene.
    Non penso che siano stati i miei battiti, chissà se il tuo orologiaio avrebbe fatto qualcosa per questo orologio!
    Come ti dicevo non amo portare orologi, neanche in certe occasioni, sul lavoro posso capire, ma anche in altre circostanze evito di indossarlo.
    Sarà che oggi l’ora è più a portata di “mano” che di polso: entri in macchina e sai che ora sono perché lo leggi sul display, senti la radio e sai che ora è, e poi oggi con i cellulari, l’ora è proprio a portata di mano!
    Sicuramente per via del mio lavoro, della mia vita, non ho la necessità di sapere sempre che ora è, del resto io non ho orari, nemmeno un orario fisso per il pranzo e cena, quando si finisce si mangia!
    Il discorso del galantuomo, figura quasi rara oggi!
    Ma giostraia, esiste veramente?
    Brave persone, sì, molte altre lasciano molto a desiderare!
    Che bello incontrare una persona garbata, cortese, gentile, onesta poi.
    Sicuramente il tuo orologiaio lo è.
    Gentile, cortese, con il suo tempo e i suoi orologi.
    Anche questo giro mi ha lasciato qualcosa, solo qualche minuto per leggerlo, apprezzo sempre i tuoi giri.
    Adesso sto sorridendo, perché penso a te, la giostraia che sta lì a misurare il tempo necessario per leggere il suo racconto, e poi come lo misuri, con il cronometro!
    Sì, questo mi fa sorridere, il tempo misurato è solo indicativo perché dipende dal modo di leggerlo.
    Spesso capita che una volta letto il tuo racconto, questo mi accompagna per diverso tempo prima di risponderti.
    Aggiungo per finire che il tempo non va misurato, va vissuto.
    Brava come sempre.

    • Buona sera,

      Come vedi sto rispondendo a più commenti ai giri assieme, ma voglio riuscire a recuperare, non mi piace “essere indietro”, sopratutto perché, come già ti dissi, tengo molto al tuo giudizio, tant’è che quando posso leggo ugualmente il tuo pensiero per sapere se il giro ti sia piaciuto o meno 🙂
      Neanche io ho potuto conoscere un uomo così, ma mi fu raccontato da bambina, il racconto credo sia rimasto lì, nel mio cuore di piccola sognatrice, come un qualcosa di antico, prezioso e saggio, un metodo per misurare il tempo diverso, meno immediato, frenetico, insomma, più rilassato!
      “Sarà che oggi l’ora è più a portata di “mano” che di polso”; ho sorriso leggendo questa tua frase perchè è proprio vero, con l’evoluzione l’orologio ha perso il suo significato, avendo l’ora sempre davanti, nel display del telefono o nel lunotto dell’auto…l’orologio, anche quello da polso, non serve più!
      Sì, credo fermamente che il galantuomo esista ancora, che sia sì raro, ma che non si sia “estinto”.
      “Sì, questo mi fa sorridere, il tempo misurato è solo indicativo perché dipende dal modo di leggerlo.
      Spesso capita che una volta letto il tuo racconto, questo mi accompagna per diverso tempo prima di risponderti”.
      Mi hai trasmesso riso e commozione allo stesso tempo, perché faccio proprio così: faccio partire il cronometro del cellulare e leggo il giro, lo leggo con le giuste pause, senza troppa fretta, ma anche senza quella calma che credo sia necessaria, come dici tu, per leggerlo.
      Faccio così perché penso “chi è solo curioso e non ha ancora colto il senso di questa giostra può leggere come se fosse “la lista della spesa”, utilizzando proprio i minuti indicati, chi invece lo leggerà con una maggiore concentrazione, allora si perderà e al tempo non farà neppure caso no? 😉
      Dicevo prima, hai scaturito commozione, perchè pensare, immaginarti nelle tue giornate con il mio giro settimanale ad accompagnarti mi rende orgogliosa e mi dona un pezzetto del mio sogno, non essere solo un “racconto letto”, ma molto di più!
      Concludo che hai ragione, il tempo deve essere vissuto, anche se a volte mi rendo conto che con i ritmi serrati di pausa e lavoro…il tempo delle pause viene poco vissuto, ma più “conteggiato”, quasi fosse un conto alla rovescia, la domenica mi ritrovo a contare le ore che mancano alla sua fine, come a dirmi da sola “bene, hai ancora tot ore di quite”, prima che la settimana cominci e che lo si debba fare: correre.
      Per questa sera temo di non poter rispondere oltre, rinnovo i ringraziamenti, mi mancava proprio questo nostro appuntamento, mi sento rilassata e presto mi ritaglierò dell’altro tempo!
      Ti auguro una buona serata, un grandissimo abbraccio.
      La giostraia.
      Valentina

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