Cosa si nasconde in un respiro

Tempo stimato di lettura: 3 minuti.

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Un respiro: profondo.

Ho provato a riconoscerlo.

Ho allargato le mani, provato ad afferrarlo e tenerlo stretto, molto stretto.

Sapevo già che sarebbe svanito, ma ho tentato, ho dovuto farlo: provare a trattenerlo.

Non si può imprigionare un odore, un profumo, lo puoi sentire, può circondarti, penentrarti l’anima, ma alla fine se ne andrà: dissolto.

Così breve è la sua permanenza, così forte l’eredità della sua essenza, rimane, non lo senti più, ma l’hai registrato, ti è entrato dentro, quando lo incontrerai di nuovo, quell’odore, quel profumo scaverà nella memoria e li farà riaffiorare: i ricordi.

Gli odori si legano ai ricordi.

Un odore, un profumo, incontrato per caso passeggiando tra le vie del centro, avrà la capacità di strapparti dal presente e condurti altrove.

Certo, anche tu puoi richiamare i ricordi dal mare della memoria, ma saranno diversi, ingialliti, spenti, sembreranno solo “storie del passato”, non eventi vissuti con anima e cuore.

È il profumo o anche solo l’odore che rende vivi i ricordi, che permette di vivere di nuovo le sensazioni legate ad essi.

I profumi evocano.

Evocano tutto; la serenità come l’angoscia.

Hanno evocato anche te: nonna.

Ti penso, ti penso spesso, ti cito, ti racconto, ma non ti sento addosso, sei un passato sempre più lontano.

Sono gli odori, i profumi, che ti riportano da me.

Che mi fanno tornare bambina, ragazzina.

Che mi cullano in un passato che con difficoltà ho lasciato indietro.

Ogni tanto mi volto, cerco quel passato, ma è solo un filmato sgranato.

Invece ora ti ho qui.

L’influenza, quell’odore che si respira solo quando si è malati, la febbre è alta e si sta sdraiati.

Sorrido; rido.

L’influenza, scomoda condizione, il tuo ricordo l’ha resa bella, un momento solo nostro.

È tornato tutto: mattine di coperte e pigiamini a salopette, mattine di cartoni, mattine di videocassette, finiti i cartoni mi restavano i film di Alberto Sordi o dei racconti Biblici, come l’Esodo, ho adorato tutto, a sei anni avevo già un’ampia cultura cinematografica, ho adorato il film “Le vacanze intelligenti”.

Giornate di racconti per viaggiare.

Giornate che non dovevano finire: mai.

Ma guarivo, guarivo in fretta e tornavo a scuola; ci saremmo viste solo nel pomeriggio.

Alla fine è riaffiorata anche lei.

Anche quella giornata è riaffiorata, perché gli odori non fanno distinzioni, riportano tutto; anche il brutto.

La febbre alta, oltre 39, tu che te ne sei andata e io a casa malata: non ti ho salutata.

Ah i profumi, quanta potenza in qualcosa che non si vede ma si annusa.

Così oggi mi sono appropriata di un giro di giostra, per raccontarti, perché è bastato un respiro per farti tornare da me.

Lo so, oggi ho un poco esagerato, vi ho fatto leggere di un personale ricordo, ma in qualità di giostraio mi prendo ogni libertà.

Credo che alla fine di questo giro vi rimarrà ugualmente qualcosa, credo che oggi respirerete più a fondo, nel tentativo di ritrovare un vostro ricordo.

Dopo averlo fatto vi stupirete; ah se vi stupirete.

Ripenserete a questo giro con un sorriso perché alla fine l’avrete capito; avrete capito cosa si nasconde in un respiro.

P.S. vi auguro un buon 8 Dicembre!

Il giostraio vi propone un brano da ascoltare dopo la lettura.

Amedeo Minghi – Decenni: