Scattava foto

Fotografava monumenti.

Si appostava all’angolo della strada, il traffico lo avvolgeva tutto, l’obiettivo rivolto al monumento scelto, questa volta erano i volti di pietra di Notre Dame a posare per lui.

Fermo, immobile, in attesa, attendeva quel momento in cui, per poco, a volte neanche un secondo, la facciata sarebbe stata libera, sgombra, fredda pietra che osserva il mondo.

Non poteva distrarsi, doveva farla sua, la cattedrale di Notre Dame, per sempre impressa nella sua foto, per sempre uguale, ferma, per sempre la stessa, stessa luce, stesso statico sfoggio d’eterno.

Non era impeccabile però, a volte il dito si muoveva troppo lento, a volte un bambino, noioso bambino, scappava dalla mano della mamma correndo così nella sua inquadratura.

Tutto da rifare, stessa posa, stesso luogo da fotografare, l’attesa era lunga, le persone proprio non volevano capire.

Continuavano a camminare col naso in su rivolti alla maestosa cattedrale, non volevano proprio mettersi in fila per entrare, almeno quelli in fila si potevano escludere dallo scatto, si poteva inclinare la macchina e, facendo attenzione, in un attimo li avrebbe esclusi, tagliati fuori, ma quelli che camminano proprio non si possono gestire, tanto imprevedibili, quanto fastidiosi.

Sbuffa, nervoso, infastidito, non vuole fare la foto all’alba, vuole farla ora con questa luce, le foto all’alba non gli piacciono, mancano sì le persone, ma la luce non è quella giusta, vuole la sua foto subito, ora.

Ecco…ecco…quella donna cammina a destra, quello, dal cappotto marrone, veramente brutto, verso sinistra, manca poco, pochissimo e di nuovo sarà tutto libero…il dito si muove, il pulsante accoglie l’invito, si abbassa, la macchina scatta, un pullman.

Un pullman, proprio ora doveva passare?

Il traffico si accetta, non si può proprio evitare, ma un pullman a due piani, col piano superiore gremito di gente, no, non si può proprio accettare.

Tutto da rifare.

Si era impegnato, si era impegnato davvero ad escludere la vita dalle foto, ma la vita, le persone, sembravano proprio non volersene andare.

Riflessa sul volto, la luce del computer acceso, al buio, rinfresca i suoi lineamenti.

Concentrato, il dito preme sul mouse, ogni click è un’eliminazione, quante foto scattate, quante foto venute sbagliate, quanti frammenti di vita rubati agli altri.

Tutto sarà eliminato, scremato, filtrato, finché non rimarrà altro che lo sfondo.

Lo sfondo, questo sono i grandi monumenti che nel suo viaggiare per il mondo ha immortalato, ora raggruppato.

Apre la cartella, finalmente riempita, eccoli, tutti in fila, tutti perfetti, tutti in posa a sfoggiar se stessi, anche lei, Notre Dame, la luce è perfetta, l’avvolge quasi fosse una coperta, ma c’è qualcosa che non funziona, c’è qualcosa che manca, non lo convince.

Avrebbe potuto fare meglio?
Scegliere un’altra luce?
Inclinazione?

Recupera veloce dal cestino tutte le foto, vuole controllare la luce, vedere se fra quelle scartate ci sia quella perfetta, le guarda e le riguarda, confuso, sorpreso.

Ha faticato molto per togliere le persone dalle foto e ora, davanti a questi sfondi vuoti, si sente solo, recupera gli scarti, li osserva e sorride, una bambina piange intrappolata nel suo passeggino, una mamma stanca sorride ad una signora più anziana, sarà la nonna?, un papà tiene per mano un nanetto di due anni appena.

Due innamorati si baciano sotto la grande facciata di Notre Dame, ecco la foto perfetta, un uomo col cappotto marrone, davvero brutto, tiene tra le mani una rosa, a chi sarà stata destinata?

Tutto preso a fotografare i monumenti, senza accorgersi che le più grandi bellezze storiche del mondo sono solo sfondo, cornice, di una vita che gli scorre accanto, presente e passato.

Scattava foto, fotografava le persone, dopo un po’ di tempo l’aveva capito, gli esseri viventi sono importanti, creano il bello e lo regalano ai posteri, quei maestosi monumenti sono solo lo sfondo, pietra eterna che osserva il mondo, lo sfoggio più bello non è quello d’eterno, è il vivere e abbracciare la vita.

Quante volte vi è capitato di cercare di scattare una foto al monumento di turno escludendo i passanti?
Riguardando quelle foto, saranno anonime, quelli più belli sono gli scatti senza posa, imprevisti.

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Il giostraio, pur non essendo un grande intenditore di musica, né conoscitore della storia personale di ogni singolo artista, vi propone un brano da ascoltare dopo la lettura.
N.B. la canzone, come sempre, è stata cercata e scelta dopo aver scritto il giro di giostra e non viceversa.

Questa canzone è emozione, la spontaneità della vita è anch’essa emozione, spero la possiate considerare la giusta conclusione per questo giro di giostra.

Buona Epifania a tutti, grazie per essere saliti sul primo giro di giostra del 2017.

PFM – Impressioni di Settembre:

4 commenti su “Scattava foto

  1. Buona Epifania caro giostraio,
    è vero!!! Quante volte è capitato, ad infastidirsi per volere sempre tutto perfetto
    senza accorgersi che la fotografia più bella e’ quella che ti vive intorno.
    Con le sue indecisioni le sbavature che ti fanno sentire parte di qualcosa…
    Il mondo è di vita comune e non individuale, concetto stupendo…
    anche se più UMANITÀ sarebbe molto gradita…
    Dovevo chiederla …alla Befana. :))))
    Comunque Bello Bello Bello…
    Bei momenti di riflessione!!!
    Ti saluto e ti lascio un abbraccio affettuoso sempre col cuore ❤ Roby❤

    • Buon giorno cara Roberta, sono incorreggibile, credevo di aver risposto invece, presa dell’Epifania, non avevo pubblicato la risposta ahahaha
      Che bella espressione “la fotografia più bella è quella che ti vive intorno” vorrei averla pensata io 🙂
      Eh sì, più umanità non guasterebbe, magari non lo sappiamo ma la Befana l’ha portata insieme alle caramelle!!
      Son proprio contenta che il primo giro dell’anno ti sia piaciuto così tanto, mi auguro di non perdere “l’ispirazione” e continuare a regalarti piccole riflessioni.
      Ti mando un grande abbraccio, ho appena ultimato il giro per il prossimo venerdì, mi emoziona molto, chissà come lo accoglierai!
      Buon pomeriggio, un abbraccio <3 .
      Il giostraio.

  2. Una foto a un monumento può essere molto bella,la luce perfetta l inclinazione , ma spesso i piccoli dettagli imprevisti possono fare la differenza. E se ci fissiamo in un punto non possiamo notarli.

    • Buon giorno Daniela!!!
      Grazie per il commento 🙂 🙂 mi regali sempre il tuo tempo sia sui social sia qui, come posso ringraziarti?
      Esatto, mai cercare la perfezione in una foto, come nella vita, ci si distrae dai dettagli piccoli ma unici 🙂
      Buon pomeriggio, un abbraccio, al prossimo giro di giostra, ti anticipo che è già pronto e mi emoziona molto.
      Il giostraio.

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