Una vita flessibile

Sii flessibile.

Nella vita sii flessibile.

Gliel’avevano ripetuto molte volte, per lui già troppe, per loro mai abbastanza.

“Vedi, la vita è tutta una questione di flessibilità, di compromessi, di fatica, è dura la vita, adesso te ne rendi conto?”

Eh già, adesso se ne rendeva conto, ma non era mica vero, era solo che, “adesso”, aveva deciso di alzare il capo ed essere “diversamente flessibile”.

“Troppo facile chiedermi flessibilità, sacrificio, senza dare nulla in cambio, tutto dovuto, nulla apprezzato”, pensava.

Non era una situazione semplice da gestire, lui non lo dava a vedere, lui sorrideva sempre, lui dava forza agli altri.

Dava forza all’amico, viveva in un buco, due stanze, una di quelle due stanze era il bagno, una reggia eh, l’amico era triste, angosciato, voleva un futuro, voleva una compagna, una famiglia, niente certezze, anzi no, una l’aveva, il “futuro” sarebbe arrivato, arrivato presto e lui un futuro l’avrebbe vissuto, ma inseguendo un lavoro che non c’era, l’avrebbe sprecato.

Arrivava a casa, si cambiava, si metteva il pigiama, scostava la coperta e cercava il suo profumo, il suo tepore, l’odore del suo amore, ma lei, il letto, l’aveva già lasciato, quella settimana lui faceva 22-6 e lei…lei 6-14, così, tra il secondo lavoro, la spesa, la gestione della casa, non era più un “amore”, era un “amore flessibile”.

Fu in quell’amore flessibile che cinque mesi prima accadde il miracolo della vita, accadde che la vita decise di prendere le redini della situazione e bussare alla loro porta, portando nuove preoccupazioni e nuove gioie, quattro soli mesi ancora e tutto sarebbe cambiato.

Loro però erano già cambiati, loro stavano iniziando a preoccuparsi, a pensare che la flessibilità non fosse più così tanto accettabile, che la vita è una sola, eh già signori, la vita è una.

Potete dire che vivere sia un affare complicato, che vivere in Europa sia già “essere fortunati”, che non ci si deve lamentare, che in altre parti del mondo il lavoro nero è sfruttato, consumato, dilaniato.

Vero, verissimo, ma non si guarda con occhio critico al “proprio orticello”, un luogo in cui se ci vivi sei fortunato, se hai un lavoro meglio che non ti lamenti, se hai un lavoro meglio tenerlo stretto, come altro si può fare se si deve mangiare?

Imponiti, non essere flessibile, pretendi che gli straordinari ti siano pagati e verrai presto lasciato indietro, perderai il posto ed un altro sarà pronto a sostituirti.

Nella vita si deve essere flessibili, ma siamo diventati anonimi, intercambiabili.

Lui quando le toccava la pancia, gonfia, morbida, tonda, era felice, era coraggioso, non si era mai sentito così, coraggioso, avrebbe lottato, per sé e per la nuova vita che avrebbero messo al mondo, aveva accettato un amore flessibile, ma non poteva accettare di vivere in una famiglia flessibile, aveva svenduto se stesso, non avrebbe svenduto l’infanzia di suo figlio.

Non voleva assolutamente viziarlo, ma voleva il tempo per poterlo guidare nella crescita, per poter esserne il sostegno, il punto di riferimento, non voleva che suo figlio, il suo bambino, cercasse altrove ciò che, per un lavoro flessibile, a casa non poteva avere.

Penserete che anche un tempo i genitori si consumavano a lavoro, un tempo si consumavano nei campi, appunto, un tempo, da quel tempo ci siamo evoluti, abbiamo il riscaldamento, l’acqua calda in casa, l’elettricità, la lavatrice, addirittura la lavastoviglie, il bollitore e tanti, tantissimi elettrodomestici da far girare la testa.

Quanta evoluzione, quanti passi avanti, quanto futuro solo lontanamente immaginato diventato presente.

Lui tutte queste cose le stava pensando e le iniziava a dire, voleva unire i colleghi, voleva aiutare per aiutarsi, voleva continuare a lavorare, fare anche sacrifici, ma prima di tutto voleva che la sua natura, il suo essere umano, essere un individuo, essere una persona, fossero rispettati, che l’umano venisse per primo, non si aspettava certo il miracolo, ma un piccolo cambiamento.

Alla fine di una riunione pose l’ultimo seme, finì di esprimere le sue idee sperando che altri lo appoggiassero, che alla fine lo appoggiassero tutti, perché solo così avrebbero potuto rendere “flessibile” il capo.

Spiegò che tutta l’evoluzione a cui si è assistito in questi anni per lui non era altro che un lieve bagliore, un fuoco d’artificio in cui tutto appare luminoso, ma solo per poco, spiegò che nonostante le scoperte, l’evoluzione, lo sviluppo; la cultura e l’amore per la vita, per gli affetti, per ogni forma di famiglia, erano in regressione.

Un tempo ci si consumava nei campi, ci si consumava a contatto con la natura, ora ci si consuma in altri luoghi, siamo più evoluti, ma non così cambiati.

Quattro mesi mancavano alla nascita di una nuova vita, ma a quella vita già qualcuno l’aveva detto: <<devi essere flessibile>>.

sicilia-pesce

Il giostraio, pur non essendo un grande intenditore di musica, né conoscitore della storia personale di ogni singolo artista, vi propone un brano da ascoltare dopo la lettura.
N.B. la canzone, come sempre, è stata cercata e scelta dopo aver scritto il giro di giostra e non viceversa.

Ligabue – Non ho che te:

 

4 commenti su “Una vita flessibile

  1. Buon venerdì caro giostraio
    Come sempre un argomento attualissimo..
    Qualche tempo fa questo non succedeva avevi più prospettive per scegliere
    il meglio per te stesso per il tuo futuro, ma ora….
    Un’incognita senza fine…la parola più usata Ti devi Adattare…
    Farti una famiglia è un lusso se non hai “La Famiglia” che ti aiuti
    È triste…talvolta la dignità la devi mettere nel cassetto e lì deve restare
    anche se non vuoi…l’orgoglio non te lo puoi permettere…
    È molto triste…

    Ti lascio un abbraccio sempre col cuore ❤Roby❤

    • Buon giorno cara Roberta,
      esatto, fin troppo attuale, avrei preferito che non fosse così aderente alla realtà, che fosse più una storia originata dalla fantasia, non dal reale.
      Hai detto bene, “farti una famiglia è un lusso” se non hai un aiuto solido alle spalle, a meno che tu non sia molto, ma molto fortunato!
      La dignità, per molti è debole, vacilla, spero però che si inizi a non volerla più mettere da parte, non ci rendiamo conto che facendolo, piegandoci, perdiamo noi stessi, e come ho già detto, abbiamo solo una vita, non esiste la rivincita.
      Buona giornata, ti mando un caloroso abbraccio, grazie per i tuoi commenti, li adoro <3
      A presto, il giostraio.

  2. Argomento attuale, questa società ci vuole sempre più flessibili ma, per me, dobbiamo imparare a non “piegarci”.

    E poi come hai detto tu “la vita è una sola” e bisogna viverla perchè è unica!!

    P.S.: Tu mi fai sempre riflettere, poi qui scrivo poco perchè non credo di essere molto bravo a scrivere, ma ti ringrazio.

    Ciao

    • Giusto Sib, dobbiamo imparare a non piegarci, altrimenti non ci resterà altro che “sdraiarci” essendoci già piegati troppo!
      Sono molto felice di riuscire a regalare una piccola riflessione, è il fine ultimo di questa giostra, regalare emozioni e pensieri!
      Buona giornata e al prossimo giro di giostra 🙂
      Il giostraio.

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