Pelando le patate

È una mamma, il grembiule bianco macchiato di pomodoro legato in vita, i capelli acconciati con piccole forcine sulla testa, le mani, stanche, forti, provate, non possono toccarlo, non possono sfiorare il volto del figlio, forse non lo faranno mai più, non sentiranno più il calore della sua pelle.

Pela le patate, seduta in cortile, la sedia di legno sgangherata, bassa, la usava già sua nonna quando da giovane cuciva il proprio corredo, una sedia che racconta i pensieri, i dubbi di almeno tre generazioni, oggi accoglie anche i suoi, pela le patate, la bucce cadono ai suoi piedi, l’odore sprigionato al sole è unico, è vita, nutrimento, calore, una coccola regalata dalla terra.

Anche lui pela le patate, le mani sbucciate, screpolate per il freddo, il cuore gelido, si sta ghiacciando dentro quella prigione, le bucce cadono a terra, si guarda attorno, le guardie sono distratte, il piede ossuto si muove veloce, spinge le bucce sotto al suo giaciglio, spinge la sua cena, sotto al cumulo di stracci che si finge letto.

Spingendo quel piccolo nutrimento, compiendo quel gesto, spinge via ogni giorno un pezzetto della sua umanità, non la ricorda più, chiude gli occhi e non li vede più, tra il ghiaccio non c’è più spazio per gli occhi di sua madre, riesce ancora a sentirne il profumo, ma lo sa, presto l’abbandonerà anche quello, se non proverà a lottare per la vita, rimarrà a morire lì, prigioniero di guerra.

Il muro marcio della sua cella nasconde i raggi del sole invernale.

Le piaghe sulle mani son nulla al confronto del dolore acuto alla pancia, un martello che scuote le membra, la fame che striscia sotto la pelle, i sensi che abbandonano la coscienza del corpo.

Un telegramma:
“Francesco è disperso fatto prigioniero stop”.

Così si indurisce il cuore di una mamma.

Lui, cammina nella neve, è quasi nudo, si è tagliato le piante dei piedi, l’ha fatto apposta, il sangue disegna strisce e gocce lungo la strada, il sangue segna il tempo che ancora gli resta, segna la vita che sta perdendo, rimanere là non si può, lui deve tornare, lui deve vivere, ha riattivato la circolazione per questo.

È scappato, quando ha potuto l’ha fatto, non ha pensato al dove, al come, è scappato e ora continua a camminare, vede la trincea abbandonata, scopre che la guerra è già finita.

Dopo due anni è tornato in Italia, due anni ha regalato alla prima grande guerra, ora ne ha diciannove, non si commuove mentre il treno si ferma in stazione.

Cammina sporco, incolto e bussa finalmente alla porta.

La donna la apre, lo fissa, il cuore si scioglie, la mamma riaffiora, quegli occhi, l’azzurro profondo, raccontano il buio del mondo, è un uomo che ha fatto ritorno, in quegli occhi lo vede, perso, lontano, il suo bambino.

Per quanto l’uomo soffra, per quanta sofferenza gli si costruisca attorno, farà di tutto per vivere, di tutto per essere ancora uomo.

So che da lassù stai guardano, grazie nonna, per avermi raccontato della guerra, di tuo zio prigioniero, per avermi ispirato questo giro di giostra mentre pelavo le patate, come fece lui, prima di scappare.

ghiaccio

Il giostraio, pur non essendo un grande intenditore di musica, né conoscitore della storia personale di ogni singolo artista, vi propone un brano da ascoltare dopo la lettura.
N.B. la canzone, come sempre, è stata cercata e scelta dopo aver scritto il giro di giostra e non viceversa.

Francesco De Gregori – Generale:

 

2 commenti su “Pelando le patate

  1. BELLISSIMO, MERAVIGLIOSAMENTE INCANTEVOLE…..
    Scusa la foga…lo dovevo scrivere prima del saluto:) 🙂 🙂
    Mi ricompongono, Buongiorno Caro Giostraio, buon venerdì sempre anche a te..
    Ed ora cosa dovrei dirti di più di quello che ti ho gridato???
    Sei troppo forte, veramente… Comunque “invidio” solo una cosa, La Nonna, che io
    purtroppo non ho mai conosciuto, però in compenso mio padre, Caro Dolce Babbo,
    aveva la capacità di un oratore e quando i parenti venivano a farci visita
    lui raccontava metodicamente, come hai fatto tu, le sue esperienze di guerra e non…❤Bei Ricordi❤
    Rimembranze di un passato che oggi , non so perché, fanno meno male..
    Ti abbraccio sempre di Cuore Carissimo Giostraio, un bacio❤Roby❤

    • Buon giorno cara Roberta, wow!!!!
      Bellissimo questo tuo commento, mi ha ricaricata di entusiasmo, grazie di cuore!!!
      Sono stata molto fortunata, ho conosciuto tutti i miei nonni e anche due bisonne, forse è per questo che nutro rispetto ed interesse per il passato, per ciò che è stato e deve continuare ad essere raccontato.
      Da come scrivi pare proprio che tu abbia avuto un padre amorevole e d’animo dolce.
      Ti auguro una splendida settimana, il giro di giostra di venerdì è già scelto, mi mancano “solo” la canzone e la foto, spero di scegliere bene!!
      Un grande, grandissimo abbraccio <3
      Il giostraio.

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