A maggio

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Lenzuoli bianchi.

Tanti lenzuoli.

Cos’hanno sotto?

Devono essere alzati, spostati per questa risposta.

Ma si sa cos’hanno sopra: polvere, tanta polvere.

La luce entra dalle finestre sporche, macchiate di terra e sabbia, hanno protetto la casa dai temporali e dal vento; la luce entra e brilla sui lenzuoli ingialliti dalla polvere e dal tempo.

Stantio; l’odore dentro è stantio.

Umidità.

È l’umidità a bussare alle ossa.

È l’umidità ad aver tinto di giallo il tessuto.

Un dito passato sul vetro, un raggio di luce che entra.

Somme.

In quella stanza si somma lo stupore alla polvere, il timore dell’ignoto alla curiosità della scoperta.

Cosa accadrà dopo?

Dopo sarà tutto svelato, mostrato.

Dopo; ma adesso?

Adesso siamo in un mondo di forme coperte da lenzuoli ingialliti, adesso siamo attesa.

Attesa, per una scoperta fasulla, l’uomo che passeggia in quella casa sa bene cosa nascondano i lenzuoli.

Li guarda, respira, lotta contro l’umidità che gli sta abbracciando le ossa e le apre: le finestre.

L’umidità impaurita scivola via, fuori, verso il mare.

Il mare l’accoglie, come ogni anno, lui lo sa, a maggio arriva l’umidità.

L’aria nuova rinfresca la casa.

I lenzuoli sono mossi dal vento.

Il vento sembra volerli alzare, sollevare, non è più tempo di aspettare; è tempo di fare.

Iniziare a sbattere quei lenzuoli e piegarli, dopo ci sarà il tempo per raccoglierla: la polvere.

Dopo ci sarà il tempo per riposare.

Dopo; ma adesso?

Adesso si rinfresca la casa, adesso la si prepara, prima che giunga, bussando, alla porta: l’estate.

Fatelo anche voi, togliete la polvere, cambiate aria, preparate tutto per il riposo.

Non la sentite?

Sta arrivando: il profumo della vacanza.

Il giostraio ti propone un brano da ascoltare dopo la lettura.

Lorenzo Jovannotti Cherubini – L’estate addosso: