Il colore del dolore

Si può definire il dolore?

È difficile, terribilmente complicato, il dolore si presenta in molteplici forme, molteplici situazioni, molteplici sfumature che però, sul momento, quando lo vivi, non percepisci, è solo dolore, limpido, liquido dolore.

Che colore ha il dolore?

Qualcuno potrebbe rispondere che sia nero, cupo, grigio, fiacco.

Invece è bianco, se lo si guarda bene, se lo si prova ad assaggiare, ad annusare, a sfiorare, è bianco.

Il dolore è bianco, è una fitta bianca che acceca, destabilizza, confonde, ovatta tutto, non permette di percepire il resto, il dolore non è un manto nero che ti avvolge e ti trascina sul fondo, il dolore è bianco, chiaro, quando lo provi è chiaro, non ti puoi confondere, sai chiaramente che lo stai provando, che l’hai conosciuto, il dolore.

Il gusto del dolore?

Non tutti lo assaggiano, non tutti hanno il coraggio di aprirsi ad esso ed assaggiarlo, ma chi lo ha fatto lo sa, il dolore è salato, è lacrime, il dolore è sale e il sale si sa, è bianco.

La notte che culla i nostri sogni, che dona il riposo è scura, nera, trapuntata di stelle, il dolore ti tiene vivo, confuso, ma sveglio, il dolore acceca, non ti cullerà verso il riposo, per questo è bianco.

Il dolore è forte, ma è una forza particolare, non sai quanto sia forte se non dopo esserne stato investito.

Il dolore è rapido, incisivo, fulmineo, subito il rumore non c’è, il rumore arriverà dopo, arriveranno i singhiozzi.

Come un fulmine, prima la luce, acceca, prima il bianco, prima la forza, poi, solo dopo, il rumore, il tuono.

Il dolore è pulito, per questo è bianco, lindo, non si sporca con altri sentimenti, con altre emozioni, quelle arriveranno dopo, prima il dolore, poi, quando scivolerà via, lontano, arriverà il resto, il primo sarà il timore, la paura del suo ritorno.

Il dolore è denso, fitto, circonda, come la nebbia, e la nebbia, ditemi voi.

Di che colore è la nebbia?

Per alcuni il dolore è freddo, un manto freddo depositato sul cuore, prima uno strato leggero, poi un altro, un altro ancora, fino a diventare pesante, come la neve, la candida neve.

Ma il dolore non è un colore, è ciò da cui si tende a scappare, è ciò che non vorremmo mai dover abbracciare, invece dobbiamo.

Il dolore deve scorrere, dobbiamo lasciar che si scateni, che ci si sciolga dentro, che ci confonda, si mischi con noi.

Solo così, dopo averlo accolto, anche se non accettato, diciamo “rispettato”, con il rispetto lo facciamo nostro, solo così, alla fine, dal suo colore, dal bianco, ci sarà la luce, c’è sempre, dopo la nebbia, arriva la luce, un bianco che sembra uguale al primo, ma è diverso.

Sarà il bianco di un sorriso.

paesaggio mare nuvole

Il giostraio, pur non essendo un grande intenditore di musica, né conoscitore della storia personale di ogni singolo artista, vi propone un brano da ascoltare dopo la lettura.
N.B. la canzone, come sempre, è stata cercata e scelta dopo aver scritto il giro di giostra e non viceversa.

La canzone di oggi racconta una delle sfumature del dolore.

Francesco Guccini – Canzone per un’amica:

9 commenti su “Il colore del dolore

  1. Buon giorno caro Giostraio,
    Bellissimo il tuo racconto!!
    Non avevo mai pensato al colore del dolore..
    Nel mio immaginario l’ho sempre accostato al nero
    Il bianco che comporta tutto, un foglio bianco dove ti racconti
    nella gioia di un momento e nel dolore che resta accanto…
    Hai proprio ragione il dolore è Bianco!!
    Io non amo il bianco forse perché in fondo e’il suo colore,
    ma del dolore non possiamo farne a meno…
    Un sorriso di bianco vestito ti regalo con tutto il cuore,
    Grazie di questi momenti di riflessione, ne abbiamo sempre bisogno!!
    Un abbraccio riempito d’affetto e un bacio di cuore ❤😘❤Roby❤

    • Buon giorno cara Roberta,
      Sono molto contenta di essere riuscita, attraverso questo giro di giostra, a fornire uno spunto di riflessione diverso, una nuova prospettiva verso il dolore, guardandolo dal suo colore.
      Neppure io avevo mai accostato il dolore al bianco, è capitato per caso, ci stavo riflettendo ed eccolo lì, il suo colore, il bianco, mi è apparso chiaramente, così ho provato a fornire una spiegazione “logica” che sostenesse la teoria: il colore del dolore è il bianco.
      Eh no, il dolore è parte di noi, di tutti, ognuno si porta dietro il suo.
      Grazie a te, è l’emozione più grande scrivere, poter essere letta e compresa, grazie, sei parte della giostra ormai e non posso farne a meno, un grande abbraccio <3.
      Al prossimo giro di giostra, il giostraio.

  2. Gioia M. Stupida

    splendido come sempre caro giostraio riesci sempre a colpire la mia anima compliementi

  3. Non so se il mio dolore ha un colore, di certo ha una forma, quella di due mani che mi lacerano in profondità, che si insinuano dentro di me portando alla luce ricordi, immagini e io non posso fare altro che lasciare le lacrime scorrere nell’attesa che quella morsa si allenti, che mi lasci un po’ di tregua. No non cerco di fuggire, ma se allargo le braccia trovo sempre quel vuoto accanto a me, non so se il tempo mi aiuterà a ritrovare un briciolo di serenità, non so se riuscirò a ritrovare il sorriso. Un abbraccio <3

    • Buon giorno Aura,
      non so cosa origini il tuo dolore, da dove nasca, ma da come l’hai descritto lo percepisco come un dolore violento, crudele.
      Mi ha però colpita la tua solitudine, l’hai rappresentata chiaramente, ma sai una cosa?
      Dici di allargare le braccia e sentire il vuoto, beh, non c’è mai il vuoto, anche quando si è “soli”, tocca a noi andare alla ricerca di un sostegno, quando il dolore ti circonda, non è comprensibile, lo si comprende solo dopo, nessuno può ridarti il sorriso, ma qualcuno può aiutare a farlo tornare.
      Tutto però deve partire da te, tocca a te allargare le braccia e cercare nel vuoto un appiglio, una mano che non laceri, ma curi.
      Tu dovrai andare alla ricerca del sorriso, dovrai volerlo e quando lo troverai, sarà la tua vittoria.
      Te lo auguro con tutto il cuore.
      Un abbraccio, grazie per aver condiviso il tuo intimo.
      Al prossimo giro di giostra o a quando avrai bisogno di un appoggio, mi trovi sempre qui.
      Il giostraio.

  4. Livia Valerio

    Non mi sono mai posta il problema del colore: è bianco, sì, duro come diamante e appuntito come una scheggia di cristallo.
    Chi scrive qui sa cos’è o lo immagina.

    • Buon giorno Livia,
      in primis ti devo ringraziare per aver accettato il mio invito a salire su questa piccola giostra, ogni venerdì troverai un nuovo giro di giostra, un nuovo racconto/riflessione.
      Grazie anche per aver lasciato la tua impressione qui, ogni commento rende viva questa giostra.
      Son contenta di aver proposto una riflessione insolita, volta ad individuare il colore del dolore, vedi, mi hai fornito un nuovo elemento per sostenere la teoria: il dolore è bianco.
      Non avevo pensato al diamante, alla luce bianca che riflette, alla sua durezza, così come alle schegge di cristallo, grazie per avermi portata a questa riflessione, è questo il bello della giostra, lo scambio di pensieri!
      Beh, diciamo che l’ho conosciuto e ci ho dovuto convivere, ma alla fine ognuno convive col proprio dolore, no?
      Buona giornata, al prossimo giro di giostra, se vorrai leggere ancora.
      Il giostraio.

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