Indovina chi o cosa sono

Mi son sempre chiesta come continuassero le vite degli altri, come da quei momenti di emozioni rapite, la loro storia evolvesse.

Alcuni li ho visti crescere, cambiare lavoro, sposarsi, piangere commossi per un evento importante, stupirsi per i primi passi del proprio bambino.

Certi li ho visti solo una volta, di sfuggita, racchiusi per sempre nei ricordi di altri, quelle persone che ci sono, esistono, hanno la propria vita, ma che in quel momento sono solo la cornice di quella di qualcun altro, magari ignorano pure di essere stati la cornice di un evento importante.

Ho visto bambini travestiti da principessa, principe, re, regina, pompiere e farfallina, ho visto genitori con sguardi orgogliosi davanti al sorriso sui volti truccati e pasticciati dei figli.

Emozioni, questo ho visto, emozioni improvvisate, mascherate, celate, spontanee e addirittura recitate, ma la recita in quel piccolo spazio di tempo facilmente è smascherata, ho visto.

Ho visto e vedendo ho vissuto.

Vissuto le vite degli altri, ad alcuni mi son pure affezionata, vederli in fasce, alzarsi, diventare più alti fino ad indossare la divisa da militare, di alcuni ho visto prima la mamma, le braccia strette ad un pancione desiderato, a volte nascosto, come fosse un segreto per il resto del mondo.

Altri…beh…li ho visti crescere tanto, tanto, da venderli invecchiare, una vita di emozioni forti, vere, sudate, l’amore degli altri attorno ad una torta che segna il traguardo dei novant’anni, altri, pochi, li ho visti oltre al traguardo dei cento e poi?
Sfumare, svanire, dissolversi tra nuove emozioni e nuovi racconti di vita.

Altri sono arrivati e scomparsi in gran fretta.

Mentre li guardavo, vivevo loro, la vita attraverso, non capivo la mia fortuna e non credevo che tutto sarebbe finito.

Ero così sicura di essere importante, fondamentale, necessaria, i ricordi hanno bisogno di essere impressi, l’uomo ha sempre avuto la necessità di lasciare un segno del suo passaggio nel mondo, io ero il mezzo migliore per farlo, servivo per rendere vera la magia compiuta, io ero necessaria anche se pochi pensavano a me.

Grazie a me tutto prendeva forma, le immagini apparivano, la magia si compiva, i ricordi affioravano per restare impressi per sempre in una foto.

Tanti uomini mi hanno usata, tanti mi hanno amata per la magia che dentro me si compiva.

Ho conosciuto anche una bambina, due occhiali di plastica rosa, troppo grandi per il suo piccolo viso, non capiva la mia importanza, non viveva la mia realtà, lei sapeva solo che dentro di me avrebbe potuto affrontare e provare a sconfiggere la sua grande paura, il buio.

Così, dopo aver avuto il permesso del papà, correva lungo tutto il laboratorio, guardava distratta le vite degli altri appese ad asciugare, i paesaggi, i tramonti, la natura anch’essa impressa.

La manina, la tenda scura spostata, la luce che entra, la tenda tirata ed eccolo lì, il suo incubo, il buio, io ero con lei, cercavo di farle capire che non avrebbe dovuto temere nulla, lui è il mio compagno fedele, lui non può far male a nessuno, lei, nascosta dentro me, dopo averlo affrontato ancora e ancora, non lo sconfisse, ne divenne amica.

Vissi giorni meravigliosi, vidi le nuove scoperte dell’uomo: CD, cellulari e, ahimè, nuove macchine fotografiche senza rullino.

Il panico diventò padrone del mio umore, tutto si evolveva troppo velocemente, avrei voluto rallentare il tempo, vivere ancora, ma come le vite degli altri son svanite per rimanere impresse in una foto ingiallita, son scomparsa anch’io.

Ora appartengo ad un tempo passato.

Di me è rimasta una fotografia, che effetto ho provato quando mi son guardata attraverso, il mio ricordo più bello.

Una donna seduta sul divano, mostra a suo figlio un album di foto in cui lei è bambina, due grossi occhiali rosa sul naso, un sorriso sprovvisto degli incisivi, una mano che strige una tenda, dietro di lei, eccola, la camera oscura, il parco giochi della sua infanzia.

Gli oggetti che ci circondano silenziosi, son testimoni del tempo che passa, della società che si evolve, fan parte di noi, anche se spesso neanche ce ne accorgiamo.

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Il giostraio, pur non essendo un grande intenditore di musica, né conoscitore della storia personale di ogni singolo artista, vi propone un brano da ascoltare dopo la lettura.
N.B. la canzone, come sempre, è stata cercata e scelta dopo aver scritto il giro di giostra e non viceversa.

Gemelli Diversi – Fotoricordo: